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IL WWF DA SEMPRE IN PRIMA LINEA PER LA SALVAGUARDIA DEI VALLONI SMENTISCE LA SUA PARTECIPAZIONE AL PROGRAMMA ORGANIZZATO DALL’ASSOCIAZIONE ARIA NUOVA - WEB GIORNALE INDIPENDENTE

IL WWF DA SEMPRE IN PRIMA LINEA PER LA SALVAGUARDIA DEI VALLONI SMENTISCE LA SUA PARTECIPAZIONE AL PROGRAMMA ORGANIZZATO DALL’ASSOCIAZIONE ARIA NUOVA

IL WWF DA SEMPRE IN PRIMA LINEA PER LA SALVAGUARDIA DEI VALLONI SMENTISCE LA SUA PARTECIPAZIONE  AL PROGRAMMA ORGANIZZATO DALL’ASSOCIAZIONE ARIA NUOVA

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META – IL WWF DA SEMPRE IN PRIMA LINEA PER LA SALVAGUARDIA DEI VALLONI SMENTISCE LA SUA PARTECIPAZIONE AL PROGRAMMA ORGANIZZATO  ALL’ASSOCIAZIONE ARIA NUOVA.

Ancora una volta apprendiamo dalla stampa locale e da alcuni depliant distribuiti sul territorio da parte di una neo-nata associazione socio-culturale che si propone, tra l’altro, di mettere in evidenza una nuova classe dirigente, di una partecipazione di esperti del WWF ad un programma/convegno sul Vallone Lavinola a Piano di Sorrento sul quale, tuttavia, non c’è mai stato alcun incontro e/o pianificazione preliminare tra gli attivisti del panda e gli organizzatori.

L’associazione WWF Terre del Tirreno pertanto smentisce ogni partecipazione in data 18 ottobre all’incontro “pubblicizzato” con gli alunni delle scuole medie.

“Spiace per la comunicazione scorretta – dichiara Claudio d’Esposito Presidente dell’associazione WWF Terre del Tirreno – ancor di più in quanto tale comunicazione coinvolge proprio gli alunni. Riteniamo tale modus operandi una sorta di strumentalizzazione della nostra associazione (non è la prima volta che la politica tira in ballo a parole il WWF a mò di “bollino blu” di garanzia da utilizzare a proprio piacimento?) oltre che una mancanza di rispetto nei confronti dei suoi rappresentanti ed esperti sempre disponibili con tutti. Tuttavia solo dopo la stampa dei programmi e la diffusione degli stessi è giunta una richiesta, da parte del presidente dell’Associazione Aria Nuova Piano di Sorrento, per la partecipazione del WWF ad un incontro con gli alunni delle scuole medie in data 18 ottobre, richiesta che non potrà essere esaudita per impegni già presi. Successivamente, da un colloquio telefonico, si chiedeva una collaborazione futura del WWF in un progetto didattico con le stesse scuole.”

Il WWF si è da sempre interessato ai Valloni della Penisola Sorrentina … quei piccoli e spettacolari canyon balzati alla ribalta della cronaca per gli orrori degli scarichi abusivi e fognari e per il quotidiano dissesto idrogeologico.

Già nel 2000 il WWF denunciava (senza i clamori resi possibili oggi da internet) lo scarico di tonnellate di rifiuti in polvere di tufo in mare derivanti dagli scavi effettuati sotto la piazza mercato nel Vallone S. Giuseppe, e le cascate fognarie sulla spiaggia di Caterina (oggi convogliate sotto lo stabilimento Catarì). Successivamente il WWF spostava l’attenzione al Ponte Orazio denunciando le continue manomissioni, gli abusi edilizi quotidiani, gli scarichi di rifiuti, la macellazione abusiva di animali nell’alveo fluviale, la captazione di acque sorgive, il taglio di vegetazione, gli allevamenti zootecnici abusivi, ecc.

Il WWF sottolineò come le ingenti opere di cementificazione dell’alveo e dei terrazzamenti contermini avessero ampiamente compromesso l’integrità del sito, stravolgendo la morfologia dei luoghi, cancellando la straordinaria stratificazione storica e la complessiva identità dell’ambito che si sostanziavano in un quadro paesaggistico unico, prefigurando la realizzazione di un vero e proprio insediamento mediante la costruzione di manufatti e strutture in muratura prive di ogni  atto autorizzativo. Fu redatto un dossier intitolato “Ponte Orazio … una storia infinita” con una raccolta di decine di denunce fatte negli anni.

L’insistenza del WWF nel denunciare, contro tutto e tutti, tali attentati al delicato ecosistema del Vallone Lavinola portò, il 23 ottobre del 2004, ad un aggressione con minacce e percosse nei confronti dell’allora responsabile del settore Flora Claudio d’Esposito. L’atto intimidatorio accese per un po’ i riflettori sull’area. Il WWF si fece anche promotore dell’iniziativa di restauro dell’edicola votiva posta sul Ponte Orazio a confine tra i comuni di Meta e Piano di Sorrento, reperendo materiale storico e iconografico necessario al recupero artistico-architettonico. Negli anni successivi il WWF si è interessato senza soluzione di continuità al problema degli scarichi abusivi nell’alveo del Vallone. Percorrendo a piedi in lungo e in largo l’intero vallone il WWF ha accertato e denunciato ripetutamente tutti gli scarichi individuati di rifiuti e di fogna, il più delle volte proveniente dalle pubbliche tubature. Contemporaneamente gli esperti del WWF si sono occupati dello studio della flora e fauna del sito, con interessanti osservazioni.

Stralcio dal dossier del WWF sui Valloni (novembre 2004):

La parte costiera settentrionale della Penisola Sorrentina, ricadente nei territori comunali di Vico Equense, Meta, Piano di Sorrento, S. Agnello e Sorrento, costituisce un quadro geomorfologico omogeneo di grande valenza paesistica. Al di là della Punta d’Orlando la forma e gli aspetti del paesaggio assumono caratteri di singolare bellezza; si delinea qui il doppio arco della costiera sorrentina, il primo intorno a Vico, fino a Punta Scutolo, il secondo intorno a Sorrento, fino a Capo di Massa. La costa calcarea, alta, rocciosa e a picco, fa da cornice ad un pianoro tufaceo poco profondo che da essa si affaccia sul mare. Tutto l’ambiente si circoscrive in una successione di quinte che offrono una serie di primi piani ricchi di particolari strutturali, incorniciati da effetti prospettici che si sfumano in una volumetria semplice di chiaroscuri.

Il paesaggio, in tale realtà territoriale, non è tuttavia identificabile in una semplice successione di prospettive di primo piano o di sfondo, ma per effetto di una morfologia estremamente movimentata è componente interna dell’ambiente ed è inseparabile dai valori di questo.

La splendida falesia tufacea, che oggi marca la costa sorrentina, è tagliata in una formazione rocciosa relativamente recente che viene per la prima volta lambita ed erosa dal mare durante l’ultima trasgressione postglaciale. Si tratta del Tufo Grigio Campano (noto anche come Ignimbrite Campana) eruttato intorno a 37000 anni fa nella più grande eruzione registrata dall’area mediterranea nel corso degli ultimi 200.000 anni (A. Cinque, Breve storia geologica della Penisola Sorrentina, in Pompei, il Vesuvio e la Penisola Sorrentina, pag. 129, ed. Bardi, Roma, 1999).

Lo scorrimento di acque piovane, nel corso dei millenni, incanalate in rivoli discendenti dallo sperone roccioso centrale della penisola verso il mare hanno formato i valloni che costituiscono, senza dubbio il fenomeno più spettacolare della penisola stessa.

Uno di questi, il rivo Lavinola, al confine tra i comuni di Meta e Piano di Sorrento, uno degli ambiti di maggior interesse paesistico ed ambientale della penisola sorrentina.

Ingenti opere di cementificazione dell’alveo e dei terrazzamenti contermini hanno già ampiamente compromesso l’integrità del sito, stravolgendo la morfologia dei luoghi, cancellando la straordinaria stratificazione storica e la complessiva identità dell’ambito che si sostanziavano in un quadro paesaggistico unico già interessato in passato da numerosi interventi di manomissione.

Si sta inoltre prefigurando la realizzazione di in vero e proprio insediamento mediante la costruzione di numerosi manufatti in muratura seppure di modesta entità. Oltre l’alterazione della qualità estetica e storica dei luoghi non va sottovalutato l’aspetto connesso al grave rischio idrogeologico derivante da tali interventi.

Già in passato il rivo Lavinola è stato oggetto di altri attacchi, in parte sventati grazie all’intervento degli ambientalisti e in particolare della sezione Penisola Sorrentina del WWF.

L’area da sempre, dalle diverse amministrazioni che si sono succedute negli ultimi decenni, è stata considerata come uno spazio da “rifunzionalizzare” alle nuove esigenze di sviluppo, area residuale priva di qualsiasi valore. In particolare nei primi anni ’80 l’amministrazione metese voleva realizzare nell’alveo del rivo una strada (la cosiddetta fondovalle) a servizio del porto che al momento risulta del tutto privo di un adeguato collegamento a terra.

Lo straordinario sito, inoltre, è divenuto a partire dagli anni ‘60, e specie dopo il sisma dell’ottanta, una vera e propria discarica dove sversare un’enorme quantità di materiali di risulta.

Così negli anni Settanta si denunciava la devastazione dei Valloni della Penisola Sorrentina: “Molti dei valloni a pareti verticali incisi nel piano di Sorrento sono diventati un comodo luogo di scarico per rifiuti di ogni genere.

Impressionante il caso del burrone di Meta, stupendo intaglio a pareti verticali, largo solo pochi metri, d’un orrido quasi insuperabile: scoli e scarichi luridi, cumuli d’immondizia di ogni genere l’hanno reso oscenamente impraticabile.

Basterebbero queste poche parole per pubblicizzare allo stesso tempo le bellezze naturali e le brutture, opera dell’uomo, dei valloni della Penisola Sorrentina.

Speculatori pubblici e privati hanno, per decenni, con una rozzezza culturale credibile perché assurda, considerato queste opere della natura null’altro che inutili “baratri” da colmare di immondizie e da coprire, quindi, con lingue d’asfalto o cubi di cemento. E’ un comportamento barbarico che va immediatamente interrotto mentre si impone un’accurata opera di risanamento di ogni vallone sorrentino. E ciò soprattutto perché il patrimonio naturale, realizzato attraverso millenni, appartiene ad ogni Cittadino del Mondo, al di là degli ormai abusati tentativi di rapina di braccianti d’affari o sciacalli di mestiere!”

Nonostante questi interventi, attuati o sventati, il sistema del rivo Lavinola ha conservato sino ad oggi pressoché intatte le sue caratteristiche ambientali e morfologiche, tanto che sia nel PRG del comune di Meta (redatto da Vezio de Lucia) sia nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, in itinere, viene riconosciuto il valore dell’area, classificata come Parco Territoriale, sito da tutelare tout court. Successivamente è inserito all’interno del Parco Regionale dei Monti lattari.

A fronte di questa acquisita consapevolezza è risultata completamente assente qualsiasi forma di tutela attiva e di controllo da parte degli organi preposti, in primis da parte delle amministrazioni comunali coinvolte (Meta e Piano di Sorrento).

Gli interventi attualmente in corso nel tratto nei pressi del ponte ’Orazio (a monte del corso Italia) e lungo tutto il Rivo Lavinola costituiscono un inaccettabile abuso perpetrato ai danni dell’ambiente e soprattutto un pericoloso precedente.

Con numerosi esposti e appelli lanciati negli ultimi anni, questa Associazione ha denunciato quanto sta accadendo sotto gli occhi di tutti, con la speranza che tali azioni vengano al più presto bloccate e si pervenga, in tempi brevi, al doveroso e necessario ripristino dello stato dei luoghi ed alla valorizzazione di un sito di straordinaria bellezza.

Ma troppo spesso quando si dice di voler prendere in considerazione il valore dei Valloni e l’opportunità di riqualificarli significa non già interessarsi degli interessi delle generazioni future e della qualità della vita, ma piuttosto di sfruttare “ipotetici” benefici economici a cui tanti anelano.

Oggi, come ieri, si sente tanto parlare di questi stupendi ecosistemi, paventando progetti di recupero, riqualificazione valorizzazione e rilancio, che il più delle volte si traducono in un becero tentativo di approvvigionamento di denaro pubblico che, nella migliore delle ipotesi, è utilizzato per la messa in sicurezza idrogeologica delle pareti tufacee, con reti, disgaggi e quant’altro e buona pace della vegetazione e degli alberi che vengono eliminati ed eradicati in toto! In quanto alla fauna e alla flora vascolare di tali siti in pochi ne conoscono la reale consistenza e tipologia. Si auspica una seria inversione di rotta da parte di tutti!!!

 

Redazione

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