Siamo in molti ad aver scommesso su Giuseppe Petrarca sin dal primo momento, innamorandoci del suo romanzo d’esordio “Inchiostro Rosso”, e avevamo visto giusto. La carriera di questo scrittore napoletano è in continua ascesa, arricchendosi passo dopo passo di conferme e attestati di valenza da critici, colleghi, lettori. Non possiamo che dunque che rallegrarci e complimentarci con lui per la grande soddisfazione di essere stato insignito per la sua attività letteraria del Premio Internazionale “Spoleto Art Festival” 2018, a cura del Presidente dello Spoleto Art Festival Prof. Luca Filipponi, del Direttore Artistico dello Spoleto Art Festival Maestro Prof. Alessandro Trotti, del Direttore artistico dello Spoleto Art Festival Letteratura Avv. Angelo Sagnelli. Spoleto è una cittadina umbra di rara bellezza e antica storia, patrimonio mondiale dell’umanità Unesco, patria del rinomato Art Festival, prestigiosa vetrina internazionale d’arte e cultura. Giuseppe ha portato a Spoleto il pathos e l’intensità dei suoi medical-thriller dalla forte valenza anche sociale, imperniati sul filo delle indagini del commissario Cosimo Lombardo, bellissima figura con la sua caparbia volontà di sgominare il male attraverso un meticoloso lavoro investigativo e un profondo intuito e la sua immensa, disarmante umanità, focalizzata dall’autore nell’intimo della sua ricca e complessa personalità. L’esordio letterario di Petrarca è targato 2013, con “Inchiostro rosso” (da poco ripubblicato in una nuova edizione con Homo Scrivens, visto il successo di pubblico e critica e i premi raccolti): una fosca storia di respiro internazionale, ambientata tra Milano e Zurigo, tra inquietanti malattie genetiche rare e occulti affari o illeciti traffici perpetrati nel fitto intreccio di potere delle lobby delle multinazionali farmaceutiche, capaci di manipolare persone e salute pubblica condizionando la scelta di indagini, farmaci e terapie in base a strategie commerciali che seguono solo logiche di mero guadagno, a discapito delle effettive esigenze terapeutiche degli ammalati, tra cui il protagonista, Davide ventiseienne milanese, che, costretto sulla sedia a rotelle da una devastante e misteriosa patologia degenerativa dei muscoli, trova riscatto nella passione per la lettura e scrittura, che, attraverso una serie incalzante di colpi di scena sapientemente dosati dall’autore, lo conducono a svelare, in un finale a sorpresa dal risvolto amaro, l’enigma della sua malattia. Con “Corpi senza storia” (Homo Scrivens, Dieci, 2016) Petrarca sposta il focus nella realtà del disagio mentale, con i suoi inappropriati trattamenti e la giungla delle sperimentazioni farmacologiche, talvolta spregiudicate, che possono presentare impatti catastrofici sugli esseri umani. La caccia a uno spietato assassino seriale, reo di tre omicidi e del rapimento del professor Verratti, insigne psichiatra che tra i propri pazienti annovera alcuni potenti politici, diventa per il commissario Cosimo Lombardo occasione di un viaggio ad alta tensione nella perversa volontà, da parte di poteri occulti e senza scrupoli, di esercitare sui corpi degli ammalati di mente un controllo crudele, nel drammatico scenario degli OPG, quelli che un tempo si chiamavano “Manicomi Giudiziari”, realtà disumane, discariche della società che incarnano il luogo della sofferenza degli uomini persi, affollate come sono di “Corpi senza storia”, internati cui viene crudelmente negata ogni appartenenza al genere umano. “L’avvoltoio. La nuova indagine del commissario Lombardo”, edito nel 2018 da Homo Scrivens di Napoli (Collana Dieci), affronta infine due intricate vicende: un traffico d’organi gestito da un’organizzazione criminale internazionale che non esita a operare anche su bambini inermi e una violenta epidemia nel campo di accoglienza di Cala Manenti in Sicilia, di natura dolosa, allo scopo di dirottare gli immigrati in una struttura gestita da soggetti mafiosi collusi con esponenti del ceto politico locale, con l’apporto di insospettabili medici spinti da sete di denaro e sotteso razzismo, protetti dalla “parte buia” delle istituzioni del sistema socio-sanitario, che agiscono da “terminali” del potere politico del malaffare e della criminalità, che domina, al di sopra della legge statuale e del diritto internazionale, le vite degli esseri umani in vaste aree dell’intero Pianeta. La letteratura di Petrarca tocca temi scottanti, attuali, al centro di forti dibattiti di coscienza nella collettività: l’autore non nasconde una forte volontà di denuncia, un uso dell’arte del raccontare ai fini di risvegliare gli animi nei confronti delle frange di individui destinati alla emarginazione e deriva. E lo fa mescolando amabilmente thriller e analisi sociale, piacere della lettura e riflessione interiore. Oltre ai romanzi, Petrarca è molto attivo anche nella stesura di efficaci racconti: solo nel 2017 ha partecipato a tre antologie: Scrittori per la pace (Guida editore) con il racconto “Reporter di pace”, Napoletani per sempre (Eds editore) con “Il principe dell’immortalità”, Diversamente amici (Ad est dell’Equatore Editore) con “Una nuova vita”.
Carlo Alfaro