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SORRENTO - BREVE STORIA DELLA FESTA DI SANT'ANTONINO DI MAGGIO (DEL PATROCINIO), DETTA DEI CONTADINI E GIARDINIERI. - WEB GIORNALE INDIPENDENTE

SORRENTO – BREVE STORIA DELLA FESTA DI SANT’ANTONINO DI MAGGIO (DEL PATROCINIO), DETTA DEI CONTADINI E GIARDINIERI.

SORRENTO – BREVE STORIA DELLA FESTA DI SANT’ANTONINO DI MAGGIO (DEL PATROCINIO), DETTA DEI CONTADINI E GIARDINIERI.

SORRENTO – BREVE STORIA DELLA FESTA DI SANT’ANTONINO DI MAGGIO (DEL PATROCINIO), DETTA DEI CONTADINI E GIARDINIERI.

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SORRENRO – Sant’Antonino, patrono di Sorrento è celebrato solennemente  il 14 febbraio. Alla vigilia della festa – 13 febbraio – alle prime ore del mattino si espone la prodigiosa statua argentea nel ricco trono sull’altare maggiore, mentre verso le ore 10 si celebra all’altare del Succorpo (la cripta) la Santa Messa con l’esposizione del Santissimo Sacramento  – a ricordo del rito dell’espulsione del demonio dal corpo di quanti ne erano impossessati, per i quali Sant’Antonino era famoso, in vita ed in morte – che, alle ore 11, viene portatoin processione nella piazza antistante la Basilica. Nel pomeriggio alla celebrazione dei Vespri Solenni officiati dall’Arcivescovo con il Capitolo Cattedrale, intervengono il Sindaco e la Giunta Municipale, i quali ascoltano il “panegirico”del Santo, che conclude la novena.
Nel giorno della festa, alle ore 9, la statua argentea, portataa spalle dai marinai della Marina Piccola, si reca nella chiesa cattedrale, ove sono ad attenderla l’Arcivescovo con il Capitolo, le Autorità Civilie Militari e le Confraternite della città (queste ultime da qualche anno si uniscono alla processione fin dalla partenza o durante il percorso). Dopo gli onori religiosi la processione riprende il suo procedere e la statua viene riportata, con la massima solennità, nella basilica ove l’Arcivescovo celebra l’eucaristia.
Altra processione, eccezionale e famosa, era quella del Crocifisso, conservato nel Soccorso (altare in fondo a destra) ed impegnato in processioni quando si verificano eventi straordinari che sollecitano una particolare dimostrazione di fede e di unione nella preghiera o in occasione di riti penitenziali che impegnano l’intera comunità.
Più ricca di festeggiamenti esterni, era una volta, la celebrazione di maggio, originata dal culto del Potrocinio del Santo, divenuta poi la festa dell’lnvenzione del corpo di Sant’Antonino negli antichi calendari diocesani, Festa della Traslazione di Sant’Antonino.
È antica tradizione popolare che un Vescovo voleva trasferire il corpo del patrono nella chiesa cattedrale e diede incarico ad un operaio di dare inizio allo scavo. In detta occasione un osso del corpo del Santo – si dice una costola – sarebbe “saltata” colpendo l’operaio ad un occhio e rendendolo parzialmente cieco: la sua vista fu ristabilita allorché lo stesso vescovo si convinse di rimettere al “suo” posto il corpo di Sant’Antonino. È tradizione che al Santo in fin di vita i suoi Confratelli chiesero dove volesse essere sepolto e questi rispose: “Non dentro, non fuori le mura”.
Difficile fu interpretare la volontà di Sant’Antonino, fin quando, attraverso eventi miracolosi, si comprese che Egli desiderasse essere sepolto nelle mura della città a difesa della stessa. Così, oggi, i resti del Santo trovansi, al di sotto della Basilica, nelle mura orientali di Sorrento, lungo il vallone che conduce alla Marina Piccola.
Di questa festa, che inizialmente si celebrava il 2 maggio – si “appropriarono, all’inizio del sec. XIX, gli agricoltori dell’intera penisola sorrentina, creando la Festa di Sant’Antonino dei Giardinieri”, che si celebra nella prima domenica di maggio.
In preparazione si celebra un triduo con la conclusione della processione nel pomeriggio della domenica con un percorso diverso da quello di febbraio per consentire ad altre zone della città di avere la “visita” della statua del Santo e con l’illuminazione delle strade principali, con concerti musicali in piazza Tasso (da decenni non più), con spettacoli pirotecnici, anche a mare, in chiusura. I fondi per sostenere le spese vengono raccolti, in gran parte, da comitati di contadini dislocati secondo le varie parrocchie rurali (una volta contribuivano anche quelle dei Comuni vicini a Sorrento).
Dal 1984 la Festa di “Sant’Antonino dei Giardinieri, alternativamente, impegna le frazioni periferiche di Sorrento, facendovi sostare, per l’intero triduo, la statua del Santo che rientra nella basilica nel pomeriggio della domenica.

Purtroppo, da in po di anni la festa maggio ha perso il suo antico “smalto”, una città sempre più distratta e, sicuramente, una comunità contadina sempre meno folta, hanno affievolito l’entusiasmo di in tempo. Speriamo che il popolo sorrentino ed il clero, sempre più poco incline alla tradizione, non facciano “morire” anche questa ricorrenza, allo stesso tempo espressione culturale ed autentica manifestazione religiosa, quindi, chi di dovere cerchi di alimentare la fede sostenendo la tradizione e non ostacola

Redazione

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