Un giro tra i favolosi templi di Bagan, nel Myanmar, come se il tempo fosse tornato indietro e il terrificante terremoto del 2016 non li avesse in parte distrutti. O una passeggiata a Damasco, in Siria, come se non fosse territorio di guerra, alla scoperta del Palazzo di Al Azem. Esplorare le meraviglie del mondo più a rischio e in qualche caso anche quelle che non ci sono più, ora è possibile, seppure in versione digitale. E’ l’annuncio di Google Arts & Culture che con il progetto ‘Open Heritage’, dopo le collezioni di 1500 musei del mondo, porta ora sulla sua piattaforma anche molti siti del patrimonio archeologico in 3D.
La novità, spiega Chance Coughenour, digital archaeologist e program manager di Google Arts & Culture, grazie alla collaborazione con una fondazione no profit, la CyArk, “che ha sviluppato l’archivio digitale in 3D più grande e più dettagliato al mondo delle meraviglie attualmente a rischio”. Ed ecco quindi che del Palazzo di Al Azem o dei templi di Bagan potremo da oggi apprezzare anche dalla sicurezza della poltrona di casa le sfumature dei colori, la trama delle superfici, la geometria catturata con precisione millimetrica in 3D dagli scanner a laser. Una funzione preziosa per i semplici appassionati d’arte, che però, sottolineano da Google, si è già rivelata utile a storici dell’arte ed esperti di restauro per identificare le aree danneggiate e supportare le fasi di restauro.
Per Bagan è stato proprio così, spiega Coughenour, perché fortunatamente prima che avvenisse il disastro il team di CyArk aveva scannerizzato e fotografato il sito – interni ed esterni, da terra e dall’alto. “Utilizzando i dati raccolti, siamo riusciti a ricostruire in 3D i principali monumenti di Bagan, per farvi esplorare questo luogo mozzafiato, consentendovi di visitare anche la parte interna dei templi, semplicemente utilizzando un computer, uno smartphone o un visore per la realtà virtuale come Daydream”. E non c’è solo il Myanmar, nella nuova mostra online – annunciano da Google – si potranno visitare oltre 25 luoghi iconici di tutto il mondo appartenenti a 18 paesi, tra cui l’antica Metropoli Maya di Chichen Itza in Messico.
“Per molti dei siti – aggiunge Coughenour – abbiamo anche sviluppato complessi modelli in 3D all’interno dei quali vi potete muovere e ammirare da qualsiasi angolazione, utilizzando Google Poly, il nuovo visore 3D, sulla piattaforma Google Arts & Culture”. Un progetto che è ancora in espansione: “Per sostenere il lavoro di restauratori, ricercatori, educatori e l’intera comunità che lavora per preservare il nostro patrimonio – sottolinea il manager – stiamo anche ampliando l’accesso ai dati originali raccolti da CyArk provenienti da tutto il mondo. Ora con l’aiuto di Google Cloud Platform chiunque può richiedere il download dei dati e può utilizzarlo a beneficio di questi monumenti”. Il progetto ‘Open Heritage’ di Google Arts & Culture si può scoprire online oppure scaricando una app gratuita per iOS o Android.