META: LE GRANDI PIOGGE ABBATTONO UNA QUERCIA SECOLARE
SCIVOLA GIU’ L’ULTIMA GRANDE QUERCIA DI META!!!
VEGETAVA ROBUSTA E SLANCIATA DA QUASI DUE SECOLI AL CONFINE TRA PIANO E META
IL WWF L’AVEVA CENSITA TRA GLI ALBERI MONUMENTALI
Aveva resistito ai venti, alla siccità, alle piogge e alle malattie ed era stata testimone silente della storia e delle vicende umane per quasi 200 anni!
Abbarbicata al limite della ripida scarpata che sormontava il rivo Lavinola, all’interno del Parco Regionale dei Monti Lattari, appena dopo il ponte che segna il confine geografico tra il comune di Piano di Sorrento e quello di Meta, era stata lasciata in sito anche dopo i lavori della costruzione della strada statale 163. Con la sua folta e ombrosa chioma dominava la carreggiata e dava il benvenuto ai visitatori e ai passanti. Anni fa l’eliminazione dei rami bassi, per permettere il transito degli autobus di linea, gli aveva conferito un aspetto ancora più slanciato.
Purtroppo da oggi questo angolo di paesaggio della penisola sorrentina avrà un vuoto che resterà incolmabile: sotto la scrosciante pioggia la storica roverella (Quercus pubescens) è infatti scivolata rovinosamente giù!!!
Non sappiamo se a seguito della frana del 14 febbraio scorso, che movimentò tonnellate di terreno col crollo dello slargo sulla carreggiata al confine con la quercia per un improvviso ruscellamento di acque meteoriche (causato da lavori effettuati impropriamente sotto la strada?), quel che è certo è che con la repentina modifica del delicato equilibrio idrogeologico del sito e col persistere delle piogge, stavolta, il grande patriarca arboreo non ce l’ha fatta!!!
“E’ una notizia tristissima – confessa Claudio d’Esposito Presidente del WWF Terre del Tirreno – l’esemplare di roverella era di recente stato censito dal WWF assieme all’amministrazione comunale e, dopo l’assurda eliminazione della storica araucaria che vegetava da 130 anni in una proprietà sul Corso Italia (la terza per dimensioni dell’intera Campania), quella quercia, con una circonferenza del tronco di quasi 4 metri e i suoi 15 metri di altezza, era uno degli ultimi alberi secolari degni di apposizione di vincolo monumentale (ai sensi della Legge n.10 del 2013) dell’intero territorio metese.
I grandi alberi sono come fratelli … ma le querce in particolare sono davvero emozionanti e toccano il cuore. Sono per eccellenza le regine dei boschi, imponenti, eterne e materne. Quest’albero aveva qualcosa in più: era bello e selvaggio. La notizia del suo crollo arriva proprio nel momento in cui il governo, a pochi giorni dal voto, si appresta a firmare un Decreto Legislativo relativo al Testo Unico Forestale che “decreterà” la fine di tutti i boschi italiani. Come se non bastassero i danni enormi inferti dal fuoco la scorsa estate a milioni di alberi …il decreto appare un regalo fatto all’industria del legname e delle biomasse contro il quale si stanno mobilitando in tanti, dai medici agli ambientalisti, dagli escursionisti agli ingegneri energetici, dagli ornitologi ai botanici!!!
Di Grandi Alberi negli ultimi anni, in penisola sorrentina, ne abbiamo persi tanti, troppi … vittime delle avversità della natura ma, più spesso, di incuria, vandalismo, ignoranza o, peggio, di deprecabili interessi privati, spesso avvallati da compiacenti agronomi. Con essi, ultimi superstiti di quello che un tempo erano vaste superfici boschive ricche di primigenio fascino, rischiamo di perdere assieme ad una grande ricchezza ambientale, paesaggistica e culturale, anche degli importanti scrigni della biodiversità e dei baluardi indispensabili per ridurre l’inquinamento e proteggere il territorio dal dissesto.
Appena appresa la notizia del crollo della quercia, e vista la situazione dell’albero scivolato con tutto l’apparato radicale, ho contattato telefonicamente il primo cittadino di Meta concordando un sopralluogo sul sito per verificare la possibilità di recuperare la pianta, rialzandola nell’alveo o tentando uno spostamento in altro sito. Il sindaco Giuseppe Tito si è dimostrato assolutamente disponibile! Non sarà facile, viste le dimensioni della pianta e il peso di svariate tonnellate, ma abbiamo il dovere di tentare.”
Meta 24.02.2018