CASTELLAMMARE DI STABIA – DAL 24 FEBBRAIO, AL TEATRO KAROL: MUSICA, CULTURA E DIVERTIMENTO

CASTELLAMMARE DI STABIA – DAL 24 FEBBRAIO, AL TEATRO KAROL: MUSICA, CULTURA E DIVERTIMENTO

CASTELLAMMARE DI STABIA – DAL 24 FEBBRAIO, AL TEATRO KAROL: MUSICA, CULTURA E DIVERTIMENTO

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CASTELLAMMARE DI STABIA – Musica, cultura e divertimento in una serie di appuntamenti al teatro Karol. Nella struttura della parrocchia di Sant’Antonio prende il via un cartellone di spettacoli e documentari con artisti stabiesi. Quattro distinte proposte diventano un tutt’uno ed amplificano l’offerta culturale della città stabiese. Notti di Note, il cartellone curato da Pierluigi Fiorenza che si compone di sei appuntamenti di teatro musicale. Si parte con Marina Bruno il 24 febbraio alle ore 20:30 che presenterà il suo “Kaléidos”: un progetto musicale che si traduce in una girandola di emozioni con canzoni tratte dal repertorio di Mina, Sting, Fabio Concato, Giorgia, Eduardo De Crescenzo, Claudio Baglioni, Ute Lemper, Joe Barbieri e tanti altri. Ad accompagnare una serata che propone passione, bellezza e voglia di sognare ci sarà una band di eccezione: al pianoforte Giuseppe Di Capua, alla tromba e flicorno Gianfranco Campagnoli, alla batteria Peppe La Pusata, contrabbasso Tommaso Scannapieco a cui si aggiunge la partecipazione straordinaria di Angelo Sodano alla chitarra e Armando Rizzo all’accordéon cromatico.  La rassegna continua il 10 marzo con un concerto di Fiorenza Calogero che in occasione della presentazione del suo ultimo album Live in Napoli propone “Il Canto della Sirena, melodie di scuola napoletana” accompagnata dalla chitarra battente di Marcello Vitale. A seguire sabato 17 marzo altra punta stabiese il maestro Antonello Cascone che propone “In… canto d’amore” un repertorio di classici napoletani ed evergreen italiani. La rassegna riprende ancora il 14 aprile con una serata musicale affidata a Domenico Guastafierro che presenta Latin Jazz Attraction con un nutrito gruppo di eccellenti musicisti. L’11 maggio sarà la volta di Anna Spagnuolo, altra grande attrice cantante: una voce di Stabia che diventa sempre più una preziosa icona del nostro territorio a cavallo della tradizione e nuove sperimentazioni musicali e teatrali.

 

Concludono la rassegna Viviana Cangiano e Serena Pisa: il duo napoletano (rosa) che ha spopolato su Facebook con l’orginale proposta di recuperare e rivisitare brani classici e ribaltarli sull’enorme platea social ricevendo migliaia di visualizzazioni in pochi mesi. Altro segmento che il Teatro Karol propone per la stagione 2018 è una vera e propria dichiarazione d’amore per la propria città: Stabia una città da amare. Una raccolta di quattro documentari curati da Pierluigi Fiorenza. La nostra città in quattro video documenti che valorizzano la bellezza del nostro territorio. Strategica importanza assume, per uno spazio che si candida a diventare un luogo di condivisione e aggregazione, la Rassegna di Teatro Amatoriale. Quattro appuntamenti dedicati a chi ama il teatro di tradizione e lo realizza con passione e rispetto. Dal 23 marzo al 18 maggio ben cinque appuntamenti che presenteranno classici ma anche nuove proposte. Continua con enorme successo e partecipazione la Scuola di Formazione Politica organizzata e curata dal Gruppo Vangelo Cultura Territorio. Un gruppo di circa 100 giovani partecipa con grande interesse agli incontri iniziati lo scorso gennaio. Il progetto si svolge in maniera stabile presso il Teatro Karol e vedrà il 20 marzo la partecipazione di S. E. Arcivescovo Mons. Francesco Alfano. Il prossimo 20 aprile prevista con una Conferenza di Raffaele Cantone presidente Anac, organizzata in collaborazione con il Centro Studi Padre Baldassarre. “La parrocchia è la fontana del villaggio” interviene Don Catello Malafronte, parroco della Parrocchia Sant’Antonio di Padova. “Avere consapevolezza del territorio e della città che si abita significa, per la parrocchia, fare del lavoro culturale una priorità pastrorale della sua vita ordinaria, come lo è la catechesi, la liturgia e la testimonianza della carità. La parrocchia deve rendere visibile la Chiesa radicata in un luogo, non soltanto in senso topografico, ma anche (e più) nel senso antropologico, come rapporto con la gente, le famiglie e il tessuto della società che vive e opera in un territorio” spiega il parroco.

Redazione

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