Storico e meridionalista “Giuseppe Galasso scrive il WWW è stato uno dei
difensori delle bellezze paesaggistiche e naturali d’Italia, e
se oggi una parte del paesaggio del nostro Paese si è salvato da
cemento e speculazione, lo dobbiamo proprio alla “legge
Galasso”, che dall’8 agosto del 1985 ha costituito il primo
innovativo e allora più importante strumento di tutela
ambientale del nostro ordinamento”.
“L’intuizione normativa dell’onorevole Galasso fu di
allargare il concetto di “paesaggio” ad una concezione moderna e
dinamica, che includeva non solo gli aspetti estetici e
culturali e quindi le “bellezze panoramiche”, ma anche i beni
naturali in quanto componenti essenziali e inscindibili di
queste”, prosegue il WWF.
“Una norma che entrò in vigore proprio grazie alla
determinazione del suo ideatore – scrive la ong – che, resosi
conto della distruzione in atto del paesaggio meridionale e
soprattutto delle coste cilentane, oltre che della
cementificazione selvaggia in corso caratterizzata da centinaia
di migliaia di abusi edilizi, in qualità di sottosegretario di
Stato ai Beni culturali adottò un decreto di vincolo
paesaggistico e divieto assoluto di edificazione in una fascia
di 300 metri dalla riva del mare e dei laghi e di 150 metri da
fiumi e torrenti, dei boschi, dell’alta montagna (oltre i 1.600
metri per le Alpi e 1.200 per gli Appennini), di tutti i beni
collettivi gravati da uso civico”.
“Galasso non si arrese nemmeno di fronte alla sospensione del
decreto da parte del Tribunale amministrativo: ottenne dal
governo un decreto legge, che, una volta convertito, divenne per
tutti la “Legge Galasso” n.431 dell’85”.
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