SORRENTO – (6) VERSO LA FESTA DEL SANTO PATRONO ANTONINO – TRA FEDE E TRADIZIONE – STORIA DELLA BASILICA

SORRENTO – (6) VERSO LA FESTA DEL SANTO PATRONO ANTONINO – TRA FEDE E TRADIZIONE – STORIA DELLA BASILICA

SORRENTO – (6) VERSO LA FESTA DEL SANTO PATRONO ANTONINO – TRA FEDE E TRADIZIONE – STORIA DELLA BASILICA

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La storia della Basilica di Sant’Antonino.

Dedicata al principale Santo Patrono della città di Sorrento, la Basilica di Sant’ Antonino è considerata come una delle chiese più importanti della Penisola Sorrentina. Questo anche perché l’edificio di culto conserva un posto privilegiato nel cuore dei cristiani della Costiera dal momento che, proprio in esso, trovano il punto di riferimento più autentico per le attività devozionali riservate, per l’ appunto, al Santo Protettore della comunità locale.

Malgrado le tante attenzioni riservate – da sempre – a questa chiesa, non si hanno notizie certe sull’ epoca della sua costruzione che, in ogni caso, viene fatta risalire ad un periodo antecedente all’ anno 1000.

Secondo alcuni studiosi di storia locale, infatti, la Basilica sarebbe stata eretta sulla tomba del Santo (in prossimità della vecchia Chiesa di Sant’ Agrippino e dell’ oratorio di San Martino) pochi anni dopo la sua morte (risalente all’ anno 625 d.C.).

Secondo la tradizione, poi, nell’ anno 835, la Chiesa di Sant’ Antonino fu visitata dalla figlia del principe Sicardo di Benevento per essere liberata dal demonio che, si vuole, l’ aveva invasata.

La grazia concessa alla ragazza indemoniata, da una parte procurò la salvezza della città di Sorrento – che proprio in quei giorni era assediata dal Principe Sicardo – e dall’ altra accrebbe a dismisura la popolarità del Santo, la cui reputazione risultò enormemente accresciuta tanto per il miracolo compiuto, quanto per i benefici effetti procurati alla Terra delle Sirene.

Oggetto di ripetuti interventi di restauro, ampliamento ed arricchimento, la Chiesa dedicata a Sant’ Antonino – a partire dal 1380 – cominciò ad ospitare una confraternita di battenti.

Già divenuto famosissimo in epoca angioino-durazzesca, l’ edificio di culto arrivò – nel 1399 – ad ospitare un matrimonio regale: quello tra il Duca d’ Austria Guglielmo e della futura regina di Napoli Giovanna II.

L’ importanza della Basilica, a quel tempo, era tale che Re Ferdinando D’Aragona nel 1491 – confermando una antichissima usanza – stabilì che i Maestri o Governatori della Chiesa dovessero tre e di questi uno doveva essere indicato dai nobili del Sedile di Porta, l’ altro dai nobili del Sedil Dominova ed il terzo eletto dalla “Fedelissima piazza del Popolo”. Ciò a testimonianza del fatto che le migliori espressioni della società civile erano fortemente vincolate con quelle ecclesiastiche e viceversa.

Saccheggiata e devastata in occasione dello sbarco dei saraceni a Sorrento (nel 1558), la stessa chiesa fu oggetto di numerosi interventi di risanamento che si conclusero con i lavori che – nel XVIII secolo – le conferirono un aspetto barocco.

Divenuta autentico punto di riferimento per le attività devozionali promosse in onore del Santo Patrono, la chiesa fu nel XVII secolo affidata ai teatini che costruirono nei suoi pressi un convento (proprio dove oggi si trova il municipio della Città del Tasso).

Dal 1924 la Chiesa ha assunto la dignità di Basilica grazie alla concessione da parte di Papa Pio XI –

Redazione

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