Professioni – Agroalimentare: pizza, passione e fantasia in viaggio tra la Penisola Sorrentina e Chicago, all’insegna delle eccellenze alimentari nostrane.
Chicago e pensi ai grattacieli, ai ponti mobili e al blues. Ma la terza città degli Stati Uniti per popolazione (quasi tre milioni di abitanti, il 3,5% di origine italiana) presta il nome anche ad un particolare genere di pizza, denominato “deep dish pizza”: molto alta, leggermente croccante, piena di pomodoro e formaggio filante, servita direttamente nella teglia in cui viene cotta. Il suo “profeta” è Gino Rago, chef pizzaiolo che sarà protagonista il 15 aprile prossimo, a partire dalle ore 20, di una serata organizzata all’Acqu’e Sale di Sorrento, condotta al gastronomo Fabrizio Mangoni. Antonino Esposito Gino Rago. Un evento a quattro mani, che vedrà una sfida, davanti al forno, con il patron Antonino Esposito, volto noto della tv e autore di numerosi volumi dedicati al prodotto gastronomico “Made in Italy” più conosciuto al mondo. Alla serata prenderanno parte giornalisti, food blogger e appassionati gourmet. Partner dell’evento saranno le farine dei Molini Pivetti di Ferrara, i pomodori dell’Azienda La Torrente di Sant’Antonio Abate, il fior di latte dell’Agriturismo Turuziello di Massa Lubrense, l’olio extravergine di oliva dell’Azienda Agricola Case D’Alto di Grottaminarda, il pomodorino del piennolo dell’Azienda Agricola Giolì di San Giorgio a Cremano, le birre artigianali del Birrificio Sorrento e l’ospitalità del B&b VHome di Sorrento. Tra gli altri ospiti della serata, una delegazione di pizzaioli dello United States Pizza Team e alcuni redattori della rivista statunitense Pmq Pizza Magazine che realizzeranno un servizio speciale sull’iniziativa, che prevede anche alcuni momenti musicali a cura di Pino Morvillo e Biagio Valcaccia. Di origini pugliesi, Gino Rago è proprietario di Panino’s, una catena di ristoranti pizzerie situate nella “windy city”, come è definita Chicago. Proprio negli Usa, con una media di 13 chili per persona, si registra il record mondiale dei consumi di pizza, mentre gli italiani si collocano al secondo posto con una media di 7,6 chili a testa: Con l’arrivo degli immigrati italiani nel tardo XIX secolo, la pizza fece la sua prima apparizione negli Stati Uniti, dove si è rapidamente affermata, giungendo a contare quasi 70mila pizzerie che servono anche adattamenti locali nella preparazione, negli ingredienti, nelle occasioni e modalità di consumo. Secondo Coldiretti, se in Italia si stima che la pizza generi un fatturato di 10 miliardi di euro con oltre 250mila addetti e 50mila pizzerie, il business negli Stati Uniti è attorno ai 40 miliardi di dollari con il 93 per cento degli americani che la consuma almeno una volta al mese. Ultima curiosità. Dal 1987, negli Usa, ottobre è il National Pizza Month, ovvero il mese della pizza, che si celebra con numerose manifestazioni ed iniziative.