Il mondo cattolico è sceso in campo per apportare modifiche
alla legge sul biotestamento, garantendo l’obiezione di
coscienza. Dopo l’appello di alcune realtà sanitarie al
Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, oggi a scendere
sono stati il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro
Parolin, e il Presidente della Conferenza episcopale italiana,
card. Gualtiero Bassetti. Senza modifiche il rischio è la
chiusura degli ospedali cattolici. E a stretto giro è arrivata
la rassicurazione del ministro della Salute Beatrice Lorenzin:
“Non ignoro che la legge appena approvata non contenga una
specifica disciplina in tema di obiezione di coscienza. Assicuro
che seguirò con grande attenzione l’applicazione” della legge
con l’obiettivo di “contemperare la necessità di applicare
fedelmente le nuove disposizioni con le altrettanto fondate
esigenze di assicurare agli operatori sanitari il rispetto delle
loro posizioni di coscienza”. “E’ mia intenzione – ha aggiunto –
immediatamente dopo la pubblicazione della legge, incontrare i
rappresentanti delle strutture sanitarie private cattoliche, per
condividere con loro opportune modalità applicative della
legge”. Protesta l’Associazione Coscioni: “Il ministro Lorenzin
deve garantire l’applicazione di una legge di Stato di cui è lei
stessa Ministro. Il Biotestamento non prevede l’obiezione di
coscienza”.
Ma alcune realtà sanitarie cattoliche – dalle strutture del
Cottolengo alla Casa Sollievo della Sofferenza, dai Medici
Cattolici al Forum sociosanitario cristiano – in Italia hanno
già preannunciato che faranno ricorso all’obiezione di
coscienza. Per il Segretario di Stato vaticano, Parolin, questa
è “una posizione legittima”. “Uno dei punti carenti di questa
legge, senza dare un giudizio globale, – ha sottolineato – è
quello di non prevedere per le persone, i medici, gli operatori
sanitari e le istituzioni cattoliche la possibilità di fare
l’obiezione di coscienza. Mi pare normale che ci sia anche
questa posizione”. Sulla stessa lunghezza d’onda il Presidente
della Chiesa italiana, il card. Bassetti, che dice chiaramente
come si rischi la chiusura di tutti gli ospedali cattolici “e
non credo che nessuno voglia questo”. Bassetti sottolinea che
“questa legge, come tutte le cose, non è perfetta e dunque può
essere perfezionata”. E invoca, come Parolin, l’obiezione di
coscienza “non solo a livello di persone ma anche di strutture”.
Ribadendo che anche la Chiesa cattolica non è per l’accanimento
terapeutico, sottolinea che vanno garantite “almeno alcune cure
essenziali. L’idratazione e l’alimentazione, che sono anche un
modo di stare vicini alla gente che in questi momenti talvolta
si sente sola”. Per l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare
Nosiglia non si può “obbligare i medici a fare quello che non si
sentono di fare. A mio avviso nelle maglie della legge, ci sono
i termini per farlo”. Da Torino anche il commento di don Carmine
Arice, Padre Generale del Cottolengo: “E’ un’apertura – afferma
riferendosi alle parole di Lorenzin – che ci rasserena,
soprattutto perché il ministro non si è limitato a riconoscere
il diritto dei medici all’obiezione di coscienza, ma anche
quello delle strutture cattoliche”.