MIFID 2018 QUALI TUTELE ? Rubrica Tempo & Denaro di Pierangela De Martino
Mifid II. Quali tutele per il risparmiatore?
L’introduzione della nuova Mifid, cioè la normativa europea che rivede e amplia le precedenti disposizioni in materia di prestazione dei servizi di investimento, di tutela degli investitori retail, e di definizione dei servizi di consulenza è ormai alle porte.
Il 3 gennaio 2018 la Mifid II entrerà in vigore e già da tempo i soggetti coinvolti sono attivi con una continua campagna in-formativa affinchè i risparmiatori siano coinvolti e pronti a recepire vantaggi e tutele contenuti nella normativa che riguarderà principalmente la trasparenza, l’adeguatezza e i costi.
Mi voglio soffermare sull’adeguatezza in quanto è questo l’aspetto che ogni risparmiatore deve e può gestire con particolare attenzione, infatti è dal profilo di rischio del cliente che potrà essere formulata una proposta di investimento adeguata.
Il cosiddetto “questionario Mifid” contiene una serie di domande (ogni intermediario usa il proprio) volte a definire i punti fondamentali da stabilire prima di effettuare un investimento: quali sono i nostri obiettivi, quando avremo bisogno dei nostri soldi, il rischio che vogliamo assumere.
Pertanto la compilazione del questionario non è un atto formale ma una vera e propria diagnosi del cliente, che va fatta con accuratezza da parte dell’intermediario e la massima collaborazione da parte del risparmiatore. Se alcune domande non sono chiare o sembrano vaghe il cliente può e deve chiedere spiegazioni affinchè in modo semplice sia comprensibile lo scopo e la domanda.
La maggior tutela per i propri risparmi è avere un profilo di rischio adeguato!
In base al profilo di rischio possono essere allocati i prodotti nei portafogli dei risparmiatori. Se il questionario Mifid è stato compilato in modo superficiale o non corrisponde effettivamente alle vostre esigenze sia per rischio o per orizzonte temporale, oppure perché sono cambiate le priorità nella vostra vita, bene è il caso di ritornare in banca, chiamare il vostro consulente finanziario e ricompilare il questionario con successiva riallocazione di portafoglio.
Mifid II, quanto a tutela, mette l’accento proprio su questo aspetto: “L’impresa che fa da consulente o gestisce il portafoglio non dovrà solo fornire le informazioni corrette ma raccogliere quelle che riguardano i clienti. Si dovrà capire quanto l’investitore conosca il prodotto. Quanto sia disposto a rischiare, quali siano i suoi obiettivi e quanto sarebbe capace di ammortizzare una eventuale perdita. Se il singolo prodotto finanziario è integrato all’interno di un pacchetto complesso, l’operatore dovrà fornire all’investitore non solo il profilo di rischio del singolo prodotto ma dell’intero pacchetto. Le imprese sono chiamate inoltre a spiegare al cliente le ragioni dell’investimento e perché sarebbe coerente con le richieste dell’investitore”
Pierangela De Martino
pierangela.demartino@spinvest.com