Il professor Paolo Pezzino con Massimo Bernardini parlerà domani alle 13,10 sulla terza rete della Rai dei nove i giornalisti italiani ammazzati dalla criminalità organizzata per le inchieste che conducevano, per le verità scomode che stavano rivelando, otto in Sicilia ed uno in Campania, Giancarlo Siani,massacrato a Napoli per mano della camorra il 23 settembre 1985.
Giancarlo Siani aveva ventisei anni e viveva al Vomero, il
quartiere borghese del capoluogo partenopeo. Lavorava come
giornalista precario per il quotidiano di Napoli “Il Mattino” ed
era corrispondente da Torre Annunziata, un centro ad alta
densità camorristica. Amava il suo lavoro e tre mesi prima di
morire aveva avuto un contratto di sostituzione estiva nella
redazione centrale del giornale, l’anticamera per l’assunzione
definitiva, che per lui non è mai arrivata. Si occupava di
camorra ed era diventato un profondo conoscitore della realtà
criminale di Torre Annunziata. Una conoscenza che gli è costata
la vita. Il tutto nello scenario dei primi anni ’80, quando due
guerre di camorra provocano centinaia di morti a Napoli e in
Campania. Quando i soldi stanziati per la ricostruzione del dopo
terremoto diventano un ghiotto bottino da spartire tra i clan,
che colgono l’occasione per far fare un salto di qualità alle
loro attività criminali.