PROCESSO NAUFRAGIO NAVE CONCORDIA, LA CORTE DI APPELLO CONFERMA LA CONDANNA A 16 ANNI DI RECLUSIONE PER SCHETTINO
Per la corte di appello di Firenze il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino merita 16 anni di reclusione e un mese di arresto per il naufragio del 13
gennaio 2012 all’isola del Giglio e per le conseguenze
drammatiche della tragica accostata all’isola che per
l’urto della nave contro gli scogli causò 32 morti tra i passeggeri
e i membri dell’equipaggio, numerosi feriti, la distruzione della
nave, danni che finirono sotto la lente della comunicazione
globale.
Ieri sera dopo oltre otto ore di camera di consiglio, il
presidente del collegio della prima sezione penale, giudice
Grazia D’Onofrio, ha letto il dispositivo che ribadisce, salvo
variazioni marginali, il lavoro dei giudici del tribunale di
Grosseto. E stronca l’aspettativa di Schettino di una sentenza
più mite, benché, in fondo, i giudici di appello lo abbiano
messo al riparo dalla richiesta-monstre della procura generale
distrettuale di 27 anni di carcere, più vicina ai massimi
edittali delle singole imputazioni. Unica tegola sostanziale in
più per l’ex comandante, i cinque anni di una pena accessoria –
ossia il totale divieto di praticare qualsivoglia professione
marittima, chiesto in appello dai pm di Grosseto – che supera le
interdizioni del primo grado, cioè quella di fare il comandante
di nave (erano 5 anni di divieto) e quella di usare il titolo di
comandante (quattro mesi). Le accuse principali rimangono tutte
ovviamente: omicidio colposo plurimo, lesioni plurime colpose,
naufragio colposo, abbandono, mancate comunicazioni alle
autorità marittime.
Francesco Schettino è stato informato per telefono nella sua casa di Meta,in compagnia della figlia, la sorella e il fratello.
Schettino rimane anche condannato ‘in solido’ con Costa
Crociere alla riparazione dei danni, ai risarcimenti. Tra i
naufraghi parti civili alcuni hanno visto rideterminare, in
aumento in loro favore, le provvisionali per i risarcimenti, con
un rialzo medio di 15.000 rispetto al primo grado. Alcune parti
civili si sono dette solo in parte soddisfatte e annunciano
ricorsi ulteriori. Invece il legale del responsabile civile,
l’avvocato Marco De Luca, per la compagnia Costa Crociere ha
parlato di “sentenza equilibrata”, “come lo fu quella del primo
grado” di cui, ha aggiunto, “è la copia conforme”. Sulle
critiche di alcune difese di parte civile che avrebbero aspirato
a ottenere di più e che hanno annunciato di ricorrere in
Cassazione De Luca ha detto: “Continueranno a perdere”.