«Marcello tiene viva la tradizione del presepe napoletano reintepretandola in una forma assai personale: la perfezione tecnica delle sue opere ha attirato la mia attenzione sin dal primo momento in cui ho avuto il privilegio di ammirarle»: così Lourdes Vaquero ha aperto «Il Verbo si è fatto creta», la mostra delle opere del ceramista sorrentino Marcello Aversa ospitata nel prestigioso Museo Cerralbo di Madrid.
In esposizione venti miniature che raffigurano scene della Natività di Gesù, protagoniste delle quali sono statuine in creta alte non più di otto centimetri: personaggi della tradizione presepiale napoletana che Aversa modella servendosi di pochi strumenti e senza l’aggiunta di colori o di smalti per poi cuocerle in forno a una temperatura di circa mille gradi.
Le atmosfere della costiera si percepiscono nettamente in tutti i dettagli delle opere firmate dall’artista sorrentino: basta notare i casolari, la vegetazione mediterranea, i resti archeologici, le figure e i costumi tipici di Sorrento così come di Napoli che Aversa riproduce con rara precisione e maestria. Ecco spiegato il successo che «Il Verbo si è fatto creta» ha riscosso sin dalle prime ore successive alla sua inaugurazione.
Una soddisfazione in più per Marcello Aversa che ha recentemente presentato a Papa Francesco «Lux Familiae»: un candeliere in terracotta alto un metro e venti centimetri, articolato in quattro livelli e sormontato da un cero avvolto da fiori, spighe di grano e grappoli d’uva. Ispirata da monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, l’opera evidenzia i rapporti tra Gesù, San Giuseppe e la Madonna e ha già riscosso l’apprezzamento di molti uomini di fede. Primo fra tutti, ovviamente, un entusiasta Papa Bergoglio.